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Portofino

Nel decennio francese italiano (1805-1814), quando cioè l'impero napoleonico comprese, sia direttamente  sia indirettamente l'Italia, la Liguria e il Piemonte vennero  annesse direttamente alla Francia, andando a far parte dell'Impero Francese. Invece nelle altri parti d'Italia, almeno all'inizio del periodo, vi vennero creati stati formalmente indipendenti, in realtà direttamente sottoposti al controllo diretto di Parigi.

Come parte dell'Impero, la Liguria venne divisa in dipartimenti, come il resto del territorio francese, e i dipartimenti in cantoni. Esattamente come è ancora oggi per i cugini d'Oltralpe. A ponente il dipartimento di Montenotte, al centro Genova, a Levante Appennini.  Il confine tra il dipartimento di Genova e degli Appennini era il monte di Portofino.

Il dipartimento degli Appennini era molto esteso, oltre Portofino, arrivava fino ai confini con la Lucchesia, cioè dopo Sarzana. All'interno poi comprendeva la Lunigiana e la Garfagnana, con Aulla e Pontremoli, arrivando fin quasi alla Pianura Padana, con Compiano e Borgotaro. Il capoluogo era Chiavari.

Per la nostra regione il periodo francese fu senz'altro un periodo fecondo, venne sviluppata l'agricoltura immettendo nuove culture, per sviluppare le comunicazioni e il commercio  si tentò di aprire una strada rotabile lungo la costa, tentativo peraltro frustrato sia dai costi elevati che dal territorio impervio, comunque nel Tigullio orientale venne realizzata una strada tra la parte occidentale di Chiavari e Sestri Levante, passando dalle Rocche di Sant'Anna con una strada a sbalzo sul mare. Venne realizzato un catasto per razionalizzare l'imposizione fiscale. Invece, il commercio marittimo era ostacolato dal blocco continentale decretato dagli inglesi, che assalivano le imbarcazioni che si allontanavano dalla costa.

Ad occuparsi delle vie di comunicazioni venne chiamato il corpo degli ingegneri des ponts et chaussées , che già esisteva dai tempi dell'Ancien Régime e le loro relazioni sono giunte fino a noi, permettendoci una interessante visione del nostro territorio com'era duecento anni fa.

Nel 1813 venne realizzata una accurata analisi dei mezzi di comunicazioni del Dipartimento degli Appennini, dalla quale estrapoliamo una descrizione del porto di Portofino.

“Il porto di Portofino si trova all'ingresso del Golfo di Rapallo, dietro il monte che forma il capo di Portofino. É un gran bel porto per fare scalo ed è molto frequentato dai bastimenti che praticano il cabotaggio e per quelli che fanno commercio nel porto di Rapallo. La città si trova a nord, allo sbocco di una piccola valle. C'è un molo non molto lungo, diverse batterie difendono il porto.

Il porto di Portofino è più o  meno sempre nella medesima situazione, la sola cosa da temere sono le alluvioni che le acque pluviali portano dalle montagne circostanti, ma i detriti che portano non sono molti e si possono togliere facilmente.

Può ospitare ottanta piccole imbarcazioni, come feluche, tartane e altre, i brick possono ancorarsi all'ingresso. É particolarmente protetto dai venti del nord, ovest e sud (libeccio e scirocco, i più violenti da queste parti). I soli venti che lo possono talvolta disturbare vengono da nord est ed est.

Vi sono delle correnti nel golfo di Rapallo, che si dirigono di norma verso il sud-ovest (libeccio). Quando i bastimenti che vogliono entrare nel porto di Portofino sono sorpresi dalla calma le correnti le portano verso il sud ovest, e se il vento resta debole debbono andare a Genova. Il fondo è di una buona tenuta. C'è un isolotto verso il sud che sarà difficile da togliere perchè è composto di puddinga molto dura ma non da fastidio e si è saputo trarne vantaggio per legarvi delle imbarcazioni.   (seguono le misure di profondità).

Al centro vi è abbastanza profondità, ma quando arrivano diverse imbarcazioni, da guerra e commerciali, è difficile sistemarle sia a causa della poca estensione del porto, sia perchè non vi è ovunque la medesima profondità. Il porto è sottoposto a una specie di flusso e riflusso provocato dai venti in particolare da quello del sud ovest e i bastimenti da guerra sono obbligati a mettersi in mezzo al porto. Se il fondo fosse allo stesso livello le imbarcazioni militari potrebbero mettersi alla destra, vicino alla terra, in modo da essere al riparo da eventuali attacchi nemici.  

Vi è un comandante di porto di terza classe.”

Seguivano  osservazioni sulla manutenzione del porto, per la quale serve un pontone, e concludeva sulla necessità di allungare il molo soffermandosi brevemente sui costi necessari. Come si vede, una fotografia precisa ed accurata di uno specchio d'acqua che vediamo da sempre, ma che forse non pensavamo aveva destato così tanto interesse degli ingegneri parigini.

(La relazione originale si trova nell'Archivio di Stato di Torino).

Agostino Pendola

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Redazione PortofinoNews

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